Un occhio allenato riconosce immediatamente nell’immagine sotto la mancanza di coerenza tra i KPI sicurezza sul lavoro citati dai preposti e la realtà vissuta in fabbrica dagli operativi.
La mancata segnalazione di situazioni a rischio è spesso un problema di natura culturale derivante dalla paura del giudizio o dall’errata percezione del rischio.
8 Passi per la gestione efficace dei KPI sicurezza sul lavoro
1. Scegliere gli indicatori di performance della sicurezza in coerenza con gli obiettivi HSE.
Per non rischiare di monitorare indicatori poco significativi al fine di prendere decisioni strategiche, è importante allineare i KPI sicurezza sul lavoro agli obiettivi aziendali.
Obiettivo aziendale: goal zero infortuni sul lavoro e malattie professionali
Quando gli obiettivi aziendali prevedono l’azzeramento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è insufficiente monitorare solo l’indice infortuni e l’indice denunce malattie professionali.
Obiettivi cosi ambiziosi sono supportati da complessi piani di azione.
Piani di azione atti ad eliminare le principali cause degli infortuni (cadute dall’alto, protezioni macchine, schiacciamenti, investimenti etc).
Piani di azione mirati a tutelare la salute e il benessere del personale (attraverso interventi ergonomici, riduzione dei livelli di rumore, sostituzione di sostanze pericolose etc).
Per verificare il raggiungimento degli obiettivi l’azienda analizza:
- l’applicazione tempestiva del piano di sorveglianza sanitaria ,
- lo svolgimento di tutte le tipologie di visite mediche ,
- l’attuazione di tutte le limitazioni e prescrizioni indicate dal medico competente,
- l’informazione, formazione e addestramento del personale,
- la partecipazione ai momenti di condivisione, riunioni
- la condivisione di tutte le procedure e le istruzioni che il personale deve attuare etc
L’implementazione di questi piani di azione è verificata attraverso KPI specifici.
2. Definire i KPI sicurezza sul lavoro in maniera SMART.
3. Non limitarsi ad indicatori di performance della sicurezza di tipo reattivo
Indipendentemente dalla dimensione aziendale o del settore di attività, in primo luogo le aziende registrano i dati relativi ai requisiti cogenti (denunce infortuni, malattie professionali, registro esposti ad agenti cancerogeni etc).
Per contestualizzare il dato del numero degli infortuni e delle giornate di assenza è necessario però rapportarlo alla popolazione esposta e al tempo stesso di esposizione (ovvero rapportalo al numero di ore lavorate).
Come ci insegna la piramide della sicurezza (e i vari aggiornamenti a seguito del lavoro svolto da Heinrich negli anni trenta) gli infortuni sono solo la parte sopra la superficie dell’acqua se vediamo la piramide come un iceberg.
4. Allineare il sistema di reporting ai dati necessari per l’analisi dei KPI sicurezza sul lavoro
Sono sempre più numerose le aziende che scelgono di registrare, misurare ed analizzare anche eventi senza danni alle persone.
Eventi che in circostanze del tutto simili potrebbero ledere l’incolumità delle persone.
Oppure eventi che in altri luoghi sono già stati causa di infortuni sul lavoro o malattie professionali.
In questi casi le aziende analizzano anche le cause degli near-miss, incidenti o situazioni pericolose (anomalie).
Oltre agli eventi collegati alla piramide della sicurezza, molte organizzazioni scelgono di registrare e misurare anche interventi prevenivi come ispezioni, riunioni mensili, briefing mattinieri etc.
Noi tramite il sistema Softcare HSE analizziamo tutto ciò che tracciamo:gli incidenti, gli infortuni, le anomalie aperte, le indagini, la formazione.
Quindi il nostro sistema ci permette di analizzare tutte quelle che sono le informazioni che i colleghi hanno inserito. Il sistema Softcare HSE è per tutti.
(Claudia Quaretta – HSE Manager La Cisa)
5. Formare, coinvolgere e sensibilizzare le persone a segnalare
Per ottenere dati di qualità, affidabili e con valore aggiunto, il personale operativo e manageriale deve essere sensibilizzato riguardo i benefici delle segnalazioni.
Nel 2017, la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro è stata dedicata proprio al miglioramento dei dati statistici su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Salute e sicurezza sul lavoro: informazioni e dati più accurati possono contribuire a salvare vite umane
Messaggio di Guy Ryder, Direttore Generale dell’ILO, in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro
Incentivare i lavoratori a segnalare situazioni pericolose oppure i preposti a svolgere ispezioni e segnalare esiti negativi è solo il primo passo.
L’organizzazione deve dedicare tempo e risorse alla successiva analisi e risoluzione delle problematiche sollevate.
Anche nei rari casi di segnalazioni irrilevanti, l’azienda deve fornire un feedback, motivando la decisione.
Chiunque potrebbero essere scoraggiato nel segnalare se non vede risultati e non capisce il perché.
6. Analisi KPI sicurezza sul lavoro
Quando le aziende scelgono di registrare ed analizzare in maniera strutturata anche i near-miss e le situazioni pericolose, si possono a volte riscontrare “partenze lente” seguite da un aumento improvviso e costante di segnalazioni.
Quest’ultima fase è segno di maturazione del sistema.
Per svolgere realmente il loro ruolo preventivo, le segnalazioni, i risultati delle ispezioni, i feedback delle riunioni devono essere analizzate e gestite attraverso un piano di azioni.
Monitorare i tempi di chiusura dei piani di azione permette di individuare eventuali carenze gestionali che frenano l’implementazione delle misure di prevenzione e protezione.
7. Comunicare e confrontare gli indicatori di performance della sicurezza
Ogni livello aziendale deve essere consapevole non sono degli obiettivi da raggiungere, ma anche dello stato di avanzamento delle azioni.
Il nostro CEO spinge tanto sulla condivisione degli indicatori di performance.
Quindi, nella nostra riunione mensile con le prime linee e tutti gli operativi, i KPI vengono estratti in maniera automatica.
Una cosa che abbiamo fatto in più è quella di far colloquiare quelle che sono le risultanze delle analisi con dei nostri monitor che sono presenti nelle sedi operative in maniera tale da avere aggiornati in tempo reale e su tutte le sedi quelli che sono gli indicatori di performance.
Per vedere l’andamento e creare – visto che siamo sparsi in varie aree – anche una sorta di sana competizione tra gli addetti ai lavori che lavorano nelle varie sedi.
(Claudia Quaretta – HSE Manager La Cisa)
8. Riesame periodico dei KPI HSE
Come gli obiettivi aziendali subiscono variazioni nel tempo, anche i KPI necessitano un riesame periodico.
Gli indicatori di performance sono a buccia di cipolla, più è matura la cultura della sicurezza aziendale più si riescono registrare ed analizzare dettagli di profonda rilevanza per il processo decisionale.
Nei sistemi di gestione attivi da qualche tempo si possono analizzare archivi storici per rilevare eventuali interventi di tipo predittivo.
Quali sono gli indicatori che vengono presi in esame con più frequenza?
In occasione dell’evento “La convergenza di HR e QHSE nei sistemi di gestione: esempi di successo” abbiamo chiesto a Claudia Quaretta – HSE Manager La Cisa quali sono gli indicatori presi in esame, se questi cambiano nel tempo e se ci sono eventualmente degli incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi.
Gli obiettivi di performance sicuramente sono un obiettivo di ciascuno di noi se non della squadra, del gruppo e poi ovviamente dell’azienda.
Per il momento gli obiettivi che stiamo monitorando sono ovviamente i giorni senza infortunio.
Il mio compito anche come RSPP è quello di garantire la salute e sicurezza dei miei colleghi; quindi guardiamo le cose che possono ledere l’azienda come un infortunio o un incidente, ma andiamo a vedere anche quelle che sono le segnalazioni.
Alcuni degli KPI sicurezza sul lavoro che andiamo a vedere sono:
- le anomalie aperte,
- i piani di azione collegati
- i tempi di chiusura – risoluzione dell’anomalia.
Perché ovviamente segnalare un’anomalia può essere semplice ma poi l’anomalia deve essere gestita.
Alcuni aspetti che andiamo a vedere sono:
- il rapporto anomalie aperte-chiuse,
- quante sono aperte,
- quante hanno portato un piano di azione – quindi un’anomalia sostanziale che mi dà una certa apertura verso ricerca di soluzioni, DPI nuovi, metodologie di lavoro nuove
- il tempo nella quale l’anomalia è stata presa in carico
- il tempo in cui è stata chiusa.
Nella mia esperienza passata i KPI venivano sicuramente tenuti sotto controllo, ma mancava il sistema a supporto.
Il sistema Softcare HSE, i KPI me li “spara” direttamente grazie all’implementazione corretta da parte di tutti i colleghi.
Tutti i KPI che ho definito prima, li vedo in automatico a fine mese, ogni 15 giorni, annualmente – quindi questo è un benefit che prima nelle gestioni precedenti non ho avuto.
Claudia Quaretta – HSE Manager La Cisa